In between appearing and disappearing

 Populous - 'Night Safari'

Spegni le luci e accendi l'astronave. Sorvoliamo a bassa quota il pianeta inesplorato spostandoci di poco dalla fascia dell'equatore, seguendo la linea dell'alba. La velocità è quella giusta per osservare con calma la forma dei continenti e dei mari. Seguiamo i venti e le correnti. L'artwork del nuovo album di Populous, Night Safari, è un paesaggio disegnato da Hello This Is Kae e in qualche modo mi ricorda qualcosa di certe vecchie copertine Urania. Scene sospese da mondi lontani, il senso immediato di avventura già per il semplice fatto di poterle vedere da vicino, e al tempo stesso la percezione netta di essere dentro un tempo fermo e assoluto. Giro la copertina tra le mani mentre faccio partire il disco. Cerco di capire la relazione tra la figura distesa in primo piano e quella specie di aurea creatura felina. Potrebbero essere la preda e il suo predatore, ma la quiete del lago cromato mi suggerisce altro. Nella copertina interna il leone è solo, si allontana tra le dune sullo sfondo, o forse scruta l'orizzonte. Nel retro rimangono soltanto il deserto e quel sole metallico, impassibile, gigantesco. Nel cielo persiste la stessa allusione d'alba. Che cosa è successo? Aspetto risposte dalla musica. Il comunicato stampa parla di suoni esotici e suggestioni tropicali, ma a me piace pensare che siano i tropici di un pianeta sconosciuto. Field-recordings raccolti ai quattro angoli di un globo mai visto prima. La musica continua a cullare la trasvolata anche quando i bmp accelerano. Percussioni furibonde smorzate sotto suoni liquidi, glitch che si innestano dentro voci tribali di razze perdute, atmosfere di una disco senza gravità. Non so quanto potrebbe far piacere agli artisti coinvolti (sono numerosi i featuring di questo disco: Cuuse, Clap Clap!, Digi G'Alessio, Iokoi, Dj Khalab e ovviamente Giorgio Tuma), ma la cosa che preferisco di Night Safari è abbandonarmi all'ascolto e rifiutarmi di percepire alcuna distinzione tra una canzone e l'altra. Ci sono, com'è logico, scoperte che destano sorpresa durante il viaggio: l'eterea Fall, uno dei momenti più "pop" del disco, la bipolare Quad Boogie, che alterna ritmi furibondi a campanelli da ninnananna, la limpida gioiosità di Brasilia, la sinuosa e martellante Water Temple. Ma la musica di questo safari è compatta, direi organica, nel suo procedere.
Il ritorno di Andrea Mangia al nome Populous, dopo varie pause e progetti paralleli, si presenta come un lungo e articolato viaggio in una terra nuova e al tempo stesso antica. Tiene assieme l'esplorazione e il ritorno a casa, il battito sintetico e il canto ancestrale, lo spazio profondo e lussureggianti foreste.

(mp3) Populous - Water Temple (feat. Clap! Clap!)

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