Too true to be good


Negli ultimi sei mesi le Dum Dum Girls hanno fatto uscire il "difficile terzo album" su Sub Pop; hanno realizzato un video diretto da Tamaryn in cui praticamente si trasformano nelle Jem & The Holograms (Rimbaud Eyes); il video precedente era un cortometraggio ideato da Bret Easton Ellis (Are You Okay?); alla fine del loro set al SXSW è salita sul palco niente meno che Debbie Harry per cantare assieme una cover di Dreaming dei Blondie; sono passate a presentare il disco da Letterman e hanno fatto diversi sold out tra New York, Los Angeles eccetera.
Eppure non è raro sentirle liquidarle con battute alla Vice come una band che non ha più niente da dire, che non sa davvero suonare o che ha fatto il suo tempo (e quando? Tre anni fa?). Ok, la passione per le belle calze nere sarà rimasta la stessa, ma azzardo l'ingenuità di dire che c'è qualcosa di più. Too True è un disco che decide di esplorare il tema della malinconia alterandola a tal punto da sentirla del tutto artificiosa, di plastica, posticcia. Tempi sempre trattenuti, parole che non affondano mai il colpo. Io ci sento il desiderio ostinato e irremovibile di non lasciarsi tentare dalle facili seduzioni lo-fi e dei riverberi. Anzi: è evidente la determinazione di colorare tutta l'oscurità di neon e glam, sottolineando ogni melodia con synth pesanti e arrangiamenti nitidi. L'effetto complessivo suona quasi come una rilettura da "hit americana Anni Ottanta" dei Raveonettes (e non a caso nelle vesti di produttori ci sono Richard Gottehrer e Sune Rose Wagner), un'idea di rock'n'roll che voleva suonare fuori dal tempo e insieme molto contemporanea.
Vedremo dal vivo come si comportano le fanciulle: l'appuntamento è per questa sera al Mattatoio Club di Carpi, Modena (qui l'evento facebook). Primo e dopo il concerto, avrò anche il piacere di mettere due dischi, e per fortuna non sarò da solo ma arriveranno le Girlfriends In A Coma a incendiare la pista.
Ci si vede a banco!

(mp3) Dum Dum Girls - Are You Ok

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