Why even bother?

Esisterà in inglese, o forse in svedese, una parola per esprimere il piacere modesto di continuare a impegnarsi in piccole faccende che riguardano sempre di più soltanto noi stessi, e al massimo suscitano una cortese indifferenza? (Tra queste attività, bisogna senza dubbio annoverare il tenere aggiornato un blog e l'invecchiare.)
E così, come una parola che descrive la sfumatura di sorriso che ti esce mentre nessuno sta guardando, nei giorni scorsi, anche da lontano, ogni tanto mi tornava in mente Tafra.
Quel bassista dei Suburban Kids With Biblical Names che non vedemmo mai al festival di Bräkne-Hoby perché si era addormentato (e su questo scrisse la canzone che ce lo fece conoscere) ha debuttato sulla lunga distanza con un album pubblicato dalla iper-prolifica Series Two Records. Pop a bassissima fedeltà, che si avvale in maniera del tutto indifferente di suoni acustici ed elettronici, ukulele e campionamenti.
Da una parte la Merrittiana Oh Daniel, che ricorda certi tratti spontanei di Jens Lekman o Erik Halldén, dall'altra A Hundred Million Times, che si aggrappa a quello che sembra un sample di Henry Mancini. Da una parte la sgangherata title track, che si riallaccia ai SKWBN, e dall'altra Your Ex-Boyfriend's mp3s, che si potrebbe definire "bedroom-techno".
Filo conduttore tra le canzoni, quella voce quanto mai sgraziata, eppure calzante alla perfezione, addirittura delicata. Soprattutto, di Tafra mi ha conquistato la singolare malinconia distaccata dei suoi testi. Come nota Salvatore, sembra quasi che l'inevitabile "unhappy ending" non lo riguardi in prima persona, non lo tocchi per davvero, e in questo Tafra mostra in pieno la metà scandinava delle sue origini.
Sono piccole geniali intuizioni per tutto il precariato sentimentale dentro cui viviamo ("although I was in great despair, at least I had your body next to mine that night"). Ogni cosa gira intorno a una solitudine che cerchiamo di trascurare o di vedere come poco complicata, e che in fondo, forse, vorremmo soltanto più confortevole.

>>>(mp3): A Hundred Million Things
>>>(mp3): At the Cemetery

Commenti

Anonimo ha detto…
tra email e appunti vari c'è ancora qualcuno della series two che vale la pena ascoltare...e poi non so se hai conosciuto chris - il principale - è un tipo simpaticissimo.

tafra figlio adottivo di lekman?

=)
e. ha detto…
Eheh, al massimo il nipote un po' scapestrato. Come figlio adottivo vedrei meglio Julian Nation o Erik Hallden.

Con Chris ci eravamo sentiti solo per i testi di Tafra, per l'appunto. E' stato molto gentile.
Però l'iperattività di etichette come la Series Two o la Cloudberry a volte mi sembra un po' controproducente. Forse un po' di selezione in più o una certa scelta dei tempi non guasterebbe.

ciao,
e.