Wondering just how much more

Ascoltare i Byrds, in casa da solo, prima di uscire, la sera del tuo compleanno. Finestre aperte a fare corrente e faccia sbarbata, la camera in ordine. Non tutto va bene, e lo si capisce, ma quando Gene Clark attacca The Day Walk (Never Before), dove i Byrds, per una volta, sembrano guardare più agli Stones che ai Beatles, e pensa che questa canzone era rimasta nascosta per trent'anni, per poi finire bonus track incastrata tra una tradizionale Oh! Susannah (che sinceramente non hai mai capito) e una complicata She Don't Care About Time (con tanto di assolo di J.S. Bach), quando arriva Gene Clark, dicevo, allora ti senti meglio, anche se non dice niente di speciale, ma sorridi e sai già che camminerai tutta la sera per questa Bologna da felpetta senza stancarti, berrai qualche birra, si discuterà di quali rubriche nuove fare alla radio, ricorderai per l'ennesima volta quando ascoltavi a ripetizione Gene Clark dei Teenage Funclub senza sapere chi fosse, pontificherai, perderai il filo del discorso, ti farai perdonare e tornerai a casa quasi felice.

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