Palindromi per tutti!

The Kabeedies
Visti all'ultimo Indietracks, davanti a qualche centinaio di scatenati fanatici, i Kabeedies mi sono sembrati da subito un gruppo con le potenzialità per saltare lo steccato della nicchia indiepop e arrivare a un pubblico più vasto, diciamo quello "da NME".
Non a caso, pur essendosi formati da poco più di un anno, sono già passati per festival ben più rilevanti come Glastonbury e Latitude, e sono già stati ospiti di una session alla BBC.
Suonano una elettrificata miscela di Los Campesinos, Good Shoes, Hot Club De Paris e Futureheads, ma tutta l'energia ha come unico obiettivo dichiarato il party. Del resto loro si definiscono semplicemente "pop music, but shit". Il quartetto di Norwich ha dalla sua la giovane età e soprattutto una irrefrenabile voglia di divertirsi sul palco che non può non contagiare chi li vede dal vivo.
Tre voci a rincorrersi: quella del chitarrista Evan, del bassista Roary e della piccoletta bionda al centro, Katie, definita dal resto della band "someone who looks like the just came out of Top Shop and just dances on stage and looks like fun".
La formula, bisogna ammetterlo, funziona alla grande, anche grazie a una certa leggerezza che avvolge ogni loro canzone e a una buffa propensione per il nonsense: "both my parents are palindromes: M - U - M and D - A - D!".
Con tutti questi coretti e ammiccamenti, i Kebeedies potrebbero ritagliarsi una bella fetta degli ascolti qui a polaroid nei prossimi mesi, mentre Valido scrive che dalle parti di Londra "il loro nome gira già parecchio".

>>>(mp3): The Kabeedies - Palindromes
>>>(mp3): The Kabeedies - Lovers Ought To

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