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 No One Cares About Your Blog
Ben ritrovati a tutti. Sono rientrato a Bologna sano e salvo ma credo che fino al prossimo weekend saranno pochi gli aggiornamenti qui. Come al solito, devo superare un certo jet-lag sentimentale post Scandinavia smörgåsbord. Quest'anno il quadro clinico è aggravato dal successivo tour in compagnia di Conigliette Rozze, Uomini Con Occhiali e Parker Lewis. Spero che le foto mie e soprattutto quelle di Lucio siano on line entro un paio di giorni, mentre ci vorranno almeno due settimane per il report completo sulle pagine di Indiepop.it (sempre che Salvatore non si penta).

Quello che ho imparato lo sapevo già. Erlend Oye ci guarda e ride e dice "it's a small world".

Nel frattempo, vagando a nord, abbiamo avvistato altre schegge di immediato futuro.
Per esempio, i jeans Cheap Monday sono coooosì 2004. Molto meglio gli ACNE o i giapponesi Edwin.
E basta anche con i pois da H&M (nonostante la rima "Pipettes / No Regrets" sia uno dei capisaldi filosofici di questa estate): il limite lo abbiamo superato con le tende da campeggio.
Tocca invece arrendersi al ritorno delle bretelle. E a quello prepotente dei ritmi in levare di ogni specie (tre gruppi reggae a Emmaboda?).
E al dilagare del look da tennista anni Settanta, con tanto di occhialoni, fasce di spugna intorno alla fronte e impeccabili polo.

Nel frattempo, giù in Italia ho avuto l'ennesima conferma che non sarò mai un dj. Non è solo questione di tecnica, quanto di incapacità di saper leggere le situazioni (certo, a volte ci vedi meglio se eviti di bere quei tre litri di whiskey del Tennessee, ma non è detto). Al Ferragosto dell'Hana-bi, alle due di notte, ho SVUOTATO la pista con It Hurts To See You Dance So Well. Ventiquattr'ore dopo a Brescia, al Festival di Radio Onda D'Urto, in mezzo a una balotta di gente, avevo di fronte Eddie Argos, dito al cielo e occhi chiusi, che cantava tutta You Are The Light. Continuo a non capire.

Frase overheard della vacanza: "Quello di polaroid non ce la fa più".

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