La prova su strada

The National - 'Alligator'In questi giorni, mio malgrado, devo passare molto tempo in auto. Mi sono fatto una cassetta come ai vecchi tempi.
È estate, devo guidare, andare per le strade basse della pianura, e mi sono fatto una cassetta che mi faccia compagnia.
Come altre cassette, altre estati, in una macchina diversa, lungo le stesse strade.

Su un lato ho messo Alligator dei The National, restano fuori due minuti ma non importa. Quando finisce io riavvolgo sempre e la voce profonda di Matt Berninger ricomincia da Secret Meeting, una canzone che (so di dire un'eresia) continuo a immaginare cantata dai Modest Mouse. Mi succede anche in altri passaggi di questo disco, Abel per esempio, o Friend Of Mine.
Il resto è cromato rock americano, innamorato del folk e della provincia, che riesce a suonare americano e carveriano anche quando ricorda da vicino certi Arab Strap.
È la voce di un "medium-sized American heart", rotto da amori e sbagli e tenuto insieme dall'alcol.
Una voce che può pretendere "Karen, put me in a chair, fuck me and make me a drink".
Una voce che può reclamare "all the wine is all for me" e i cui racconti, nella migliore delle ipotesi, vanno a finire che "I pull off your jeans, and you spill jack and coke in my collar".
Perché, in fondo, quello che sta dicendo è che "I wouldn't go out alone into America", ed è una cosa che posso capire anch'io lungo queste strade.


(I National sono in concerto questa sera all'Hana-Bi, sulla spiaggia di Marina di Ravenna, proprio mentre a Bologna si esibiscono i Piano Magic e a Ferrara ci sono i Kraftwerk: dove si va?)

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