Al mercato dei blog

Blogger t-shirtTrovo segnalata da Massimo Mantellini una "analisi di mercato" sui blog italiani condotta dall'istituto Casaleggio Associati.
A parte il piacere di vedere questo blog e relativa balotta citati a destra e a manca, la cosa lascia abbastanza perplessi e, soprattutto, non presenta particolari novità.
L'obiettivo principale dello studio è quello di ricercare le interconnessioni tra i blog italiani, partendo però da un campione piuttosto elitario di blog "considerati rilevanti".

Già all'epoca della prima grande espansione di Splinder, abbondavano articoli e post (uh, fanno così 2003) in cui si prendeva in giro la figura del blogger/nerd e il cui tono era "guardate come si diventa blogstar".
Ciò che tali articoletti osservavano era che per emergere nella crescente folla di blog bisognava essere collegati (a suon di link) a chi era già al centro dell'attenzione (da qui si innescava anche la polemica blog VS. giornalismo).
A me pare che le cose da allora siano andate un po' avanti, no?
Possibile che in un'indagine, così seria, sulla "blogosfera" non si trovi nessuna informazione, nessun link che già non conoscevamo? A me non interessa soltanto la mappa del nostro mondo, voglio che mi si spieghi la mappa. Oppure che mi si spieghi perché interessa disegnare solo la mappa (qualcuno ha commissionato questo studio?).

Alcuni bugs dell'indagine così a colpo d'occhio (ma da Mantellini sono approfonditi meglio):
- nella definizione iniziale di blog si contemplano i commenti (già cosa discutibile) mentre poi sono ininfluenti nello svolgimento della ricerca (entropia? impossibilità di una quantificazione?)
- chi tiene un blog spesso fa cose che non sono immediatamente calcolabili su una mappa del genere. Per esempio, qui conserviamo apposta (per sentimentalismo) certi link che portano a blog chiusi da tempo. Ciò causa la presenza di nodi "disabitati" della mappa.
- Un "diallelo" in filosofia è un ragionamento in cui si pone come premessa proprio ciò che si vuol dimostrare in conclusione. Lo studio prende a campione una sorta di elite (autocreatasi proprio perché funzionante in un certo modo) per dimostrare che un certo comportamento crea un'elite. Resta nell'indagine di Casaleggio una vaga aria da circolo vizioso. Soprattutto non si dimostra come al di fuori da questa elite ci siano altri blog, i quali possono creare altre elite numericamente consistenti. Dico: ci saranno migliaia di blog in italia, qualcuno che fa mille accessi senza chiamarsi Luca Sofri e senza che Sofri lo sappia proprio non c'è? Penso, che ne so, alle nicchie dei giochi di ruolo, agli appasionati di manga e anime o cose del genere.

Detto questo, attendo lumi dal mio uomo di fiducia al [mini]marketing (di cui mi piace segnalare qui un meraviglioso post sul mercato. No, non il Mercato. Proprio il mercato con le bancarelle).

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