Dopo il weekend

Qui è una domenica mattina da Falsa Primavera di Hemingway. Ci sono le margherite nelle aiuole ai semafori e i semafori sono deserti per il blocco del traffico. Attraversi la strada con i giornali sottobraccio e addosso soltanto un maglione. Tira vento, soffierà via micropolveri e buonumore di un solitario fine settimana.

Per ora teniamoci questa quiete e il sorriso che ti rimane da ieri notte, quando ti sei ricordato che in questa città esistono ancora le cantine dove la gente ti suona accanto e la birra costa un euro, ed esiste ancora il Punk Rock senza il solito contorno di cani, e le serate senza Scena.
Una vera sorpresa il Vecchio Son, sala prove del quartiere San Donato, ora gestita tra gli altri anche da Steno dei gloriosi Nabat. Mi ci sono rifugiato dopo l'apnea dello spettacolo di Julian Cope (scusate, non mi ha dato nulla, magari capirò più avanti) e avrei voluto che la musica continuasse. Al Vecchio Son dovrebbero fare più spesso serate del genere: perché così pochi qui in città conoscono questo posto?

Un saluto agli Atomic Loosers, quello di ieri (insieme ai veterani Temporal Sluts) era per loro un concerto d'addio, con la speranza che ci ripensino.

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