unhip rocks


Non c'è storia.
Anche se forse non è facile decidere com'è andata la serata di ieri.
Un disastro, perché la gente non ha resistito e le ragazzine più giovani se ne sono andate quando non hanno riconosciuto i Depeche Mode?
O tutto sommato bene, perché tanto eravamo tra di noi, e ballavamo e ridevamo come a una festa a casa nostra?
Specchi dietro il bar e luci colorate, una sala semiparrocchiale (l'audience quasi del tutto?) riempita dalla cover band (!) precedente, un paio di giri a banco quasi sovrappensiero.
Mentre qualcuno versava da bere, Arturo mi suggeriva che si sarebbe potuto fare un post solamente con le frasi sconnesse pronunciate ogni tanto da Giovanni dietro il mixer (Brache calate, soprattutto), ma poi non ho saputo restare lì a fare il cinico, l'ho seguito e ho sudato la maglietta come al solito, anche se eravamo solo noi quattro cinque, e nel locale gli sgabelli erano già sui tavoli.
Certe cose si fanno così, per gli amici: noi a sostenere, e Giovanni a suonare Pixies e Pavement anche se gli sembra troppo easy. Tanto poi oggi pomeriggio su Città del Capo si scatena come ogni sabato. In questo momento, ad esempio, sta intervistando un tipo italiano della scena di Marsiglia... è difficile seguire questi ragazzi...

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