Sleeeeeeeep tonight

È andata così come speravamo, con le nostre migliori cravatte (eh eh, se ne contavano parecchie dentro il Velvet di Rimini sabato sera), la musica che usciva bene direttamente da un paio di decenni fa e tutte le Bright Lights dietro che illuminavano le nostre braccia alzate e le teste ciondolanti al suono aspro e malinconico delle chitarre dei newyorchesi Interpol.

E poi, suvvia, non siamo troppo Village Voice (o Zero In Condotta, come preferite), tanto si era appena cenato in trattoria insieme ai nostri giornalisti musicali preferiti, e sdottrinare di new wave sulla grigliata di pesce e sulla terza caraffa di bianco ci riusciva particolarmente facile.

Pubblico non certo numerosissimo né troppo caldo superate le prime file, ma poco importa: i presenti sono riusciti comunque a convincere l'inamovibile Paul Banks e i suoi soci ad uscire per un secondo inatteso ed inedito bis mentre già i tecnici spegnevano gli amplificatori sul palco e noi si temeva per la salute di Sam Fogarino, batterista funereo e martellante.

Nell'album delle polaroid ricorderemo l'attacco irresistibile di Say hello to the angels (sì, ancora, lo so, ma scusate scusate scusate: volevamo solo nascere qualche anno prima per fare in tempo a vedere gli Smiths, e magari qualche anno dopo per essere ancora al liceo e registrare a tutte le ragazze le cassette degli Strokes), l´incedere incalzante di Obstacle 1 mentre Daniel Kessler tormenta la sua Rickenbacker e il reperto dark Carlos D. si accende un'altra sigaretta tra Steve Martin nella Piccola Bottega deli Orrori (sorry) e Joaquin Phoenix (postilla di Flavia), e poi ancora l'austera e sofferta Stella was a diver and she was always down (uno dei migliori titoli dell'anno, secondo il Ginka), i cori epici (gotici?) di Leif Erikson (ancora meglio dal vivo, a differenza di NYC) e tutti noi che cantiamo il ritornello di PDA fino alle tre di mattina.

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