riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ieri pomeriggio, con il riaffiorare di nostalgie dei tempi dell’università, ho pensato di passare una domenica alla tedesca. O meglio, alla “monachese”. Quando ero in Baviera, infatti, nei pomeriggi festivi e soprattutto d’inverno si usava andare nei musei (ingresso gratis la domenica e per le feste comandate). Il fatto di esserci già stati non toglieva nulla al fascino del luogo. Anzi. Si andava proprio per rivedere le opere che ti piacevano di più. Dopo il giro delle sale, fatto ognuno per sé, ci si ritrovava alla caffeteria, dove altri amici e conoscenti ti aspettavano. Cioccolata calda con panna, biscotteria al burro e chiacchiere.

Tutto ciò per dire che ieri, ho tentato di ripetere l’esperienza a Bologna. Alla GAM-Galleria d’arte moderna, è in corso, infatti, una personale di un ironico performer austriaco, Erwin Wurm, e una mostra fotografica intitolata “Viaggio in Italia II”: in pratica, due fotografi tedeschi e la loro visione (un po’ distorta, un po’ arcadica e comunque molto poetica) dell’Italia anni ‘50-’60.
Senza dilungarsi troppo: nonostante avessi dei pregiudizi verso il nuovo direttore della Galleria (un austriaco che porta solo austriaci e tedeschi in mostra?), Erwin Wurm mi è piaciuto molto e “Viaggio in Italia II” anche.
Unico neo: la caffetteria della GAM era chiusa, serrata. E m’è toccato andare a casa e farmi un tè con le fette biscottate (senza nemmeno il burro e la marmellata).

Francesca Bertrand

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